(Reuters Health) – La terapia cognitivo-comportamentale è utile contro reflusso gastroesofageo ed eruttazione sopragastrica, migliorando la qualità della vita delle persone che ne soffrono. A dimostrarlo è uno studio coordinato da Daniel Sifrim, della Queen Mary University di Londra. I risultati sono stati pubblicati dall‘American Journal of Gastroenterology.
Lo studio
I ricercatori hanno preso in considerazione pazienti con eruttazione sopragastrica di età compresa tra 20 e 72 anni, che si sono sottoposti a una valutazione iniziale da parte di un gastroenterologo e uno psicologo, seguita da quattro sessioni di terapia cognitivo-comportamentale. Dei 51 pazienti considerati, 31 si sono sottoposti a un follow-up di pH-impedenziometria intraluminale. Durante le sessioni di terapia cognitivo-comportamentale, i pazienti imparavano a riconoscere i segnali di avvertimento e apprendevano esercizi di prevenzione delle eruttazioni. Prima e dopo il trattamento con terapia cognitivo-comportamentale, i partecipanti hanno anche completato un’indagine nota come Short Form Health Survey (SF-36) che analizza tratti della personalità e qualità della vita relativamente allo stato di salute e hanno usato una scala a quattro punti per valutare la gravità delle eruttazioni.
Le evidenze
Il numero medio di eruttazioni sopragastriche è sceso da 116 prima della terapia cognitivo-comportamentale a 45 dopo quattro sessioni. Inoltre, in 16 dei 31 pazienti che hanno completato lo studio, le eruttazioni sono diminuite di oltre il 50%. Dopo la terapia cognitivo-comportamentale, i punteggi di SF-36 relativi alla salute generale, alla funzionalità fisica, a quella sociale e alla vitalità sono migliorati in modo statisticamente significativo. I punteggi medi della scala delle eruttazioni, infine, sono diminuiti da 260 mm prima della terapia a 140 dopo il trattamento.
Fonte: American Journal of Gastroenterology
Lorraine Janeczko
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)